Conte tra tattica e battaglia, individualità e organizzazione

Le Considerazioni di Conte a fine disputa

Oriali abbraccia conte

E’ Un Antonio Conte che in mix zone chiarisce che lui “non butto il capello e vado alla battaglia”, come dice qualcuno, ma ci sono idee di calcio precise, rivendica davanti alle telecamere che oggi l’allenatore conta, nel calcio non c’è l’improvvisazione di un tempo. Eppure ammette anche che nel primo tempo la squadra era molle, lenta e che se non pressi e ringhi c’è poco da fare. Parole sue. Ma in realtà sono vere tutte e due le cose, così come organizzazione vuol dire anche saper mettere il singolo individuo nella sua mattonella di campo prediletta, creare le coppie o i triangoli giusti. Abbiamo visto Sanchez ibrido sul centrosinistra pesce fuori dall’acqua, centrocampisti distanti l’uno dall’altro, Vidal trequartista centrale galleggiare, la coppia Hakimi-D’ambrosio non funzionare. Tutto cambia con Vidal interno offensivo vicino a Barella, il tridente Sanchez-Lautaro-Lukaku scalato, una sorta di 1-1-1.

Noi non siamo nessuno ma secondo noi l’Inter ieri ha trovato il suo undici titolare: handa; Skri, De Vrij (Ranocchia), Bastoni (Kolarov); Hakimi (D’ambrosio), Barella (Gagliardini), Vidal (Brozovic), Young (Darmian, Kolarov); Sanchez (Eriksen, Sensi); Lautaro; Lukaku (Pinamonti).

Amala.