Comunque vada a finire, è stata una stagione entusiasmante

Inter protagonista, altri a guardare

Una annata così, ragazzi, non si ricordava da anni, ricca di partite, di gioie, di emozioni e pure qualche delusione, ma che fa parte del gioco e della vita. Ma a ben vedere sono ormai cinque stagioni che l’Inter in questi ruggenti anni venti arriva in fondo quasi sempre su tutto, chi altro può dire lo stesso? Ma non sempre si è vinto. Mi chiedo sommessamente però dove sia il problema. Bisogna sempre per forza vincere tutto? L’importante è essere protagonisti. Intanto vediamo come va a finire il campionato, vinciamo a Como e poi vediamo cosa fa il Napoli contro il Cagliari. E poi ce ne andiamo a Monaco di Baviera a sfidare gli sceicchi.

Ieri ero allo stadio, un clima pazzesco, ai gol dei beneamati una gioia e un’emozione oceanica si è diffusa intorno a noi. C’era un amore per questa squadra immenso, tutto era nell’aria di questo maggio pazzerello. Abbiamo i canti più belli d’Italia, frutto di questo amore. Al Var purtroppo c’era il povero Guida, povero perchè aveva recentemente dichiarato di aver paura di arbitrare il Napoli. Lui, infatti, è di Torre Annunziata, e già si potrebbe aprire un capitolo a parte sulla federazione per aver messo uno di Torre Annunziata a fare il Var di Inter-Lazio, poi però è uno che con grande sincerità ha detto di aver paura per i suoi figli. Ma è d’obbligo chiedersi: Dov’era Saviano e tutto il pecorame mediatico in quella circostanza? A fare le sue faccette tristi da Fazio? E’ rimasto appeso ad una delle sue pause di riflessione? Chissà che fine hanno fatto. E tutte le prefiche che menavano scandalo per le presunte bestemmie di Lautaro e si offendevano perchè Mikhitaryan ha detto che siamo gli ingiocabili, che davano la colpa agli interisti se la nazionale perde? Spariti anche quelli, persi nel loro ombelico e nelle loro chiacchiere. Il povero Guida allora è rimasto solo di fronte alle minacce, qualche fomentatore pseudogiornalista col deretano al caldo, gli ha dato persino del vigliacco, insinuando che avrebbe pure favorito l’Inter, ribaltando la frittata, così gratuitamente, e poi lo hanno messo davanti al plotone di esecuzione a fare il Var. E i giornalisti sportivi? Che dire, sempre pronti a fare la morale sulla mancanza di cultura sportiva dei tifosi, sulla violenza negli stadi, e poi tutti a dire che se l’Inter non dovesse vincere niente sarebbe una stagione fallimentare, cioè se arrivi secondo e in finale di champions sarebbe una stagione fallimentare. Come ragionano male. Ipocriti, pieni di doppia morale, erano già pronti a celebrare la coppa Italia del Milan, per non parlare del piagnisteo di Conte, uno che è scappato dall’Inter perchè non spendevano per lui 300 milioni e ora gioca al Davide contro Golia, con la lacrimuccia isterica sempre pronta e la retorica pauperista che gli cola dal labbro.

In tutta questa desertificazione, umana e culturale, c’è l’Inter e la gioia di essere interisti. Che bello. Mezza Italia ci odia e noi ne siamo fieri. Senza vittimismi però, sappiamo che ci sono anche tanti sportivi nel mondo non-interista ed anche tanti talebani nel mondo interista, però l’Inter rimane qualcosa di differente. L’empatìa che gli interisti hanno maturato per la propria squadra, anche nei momenti più bui, l’impressione è si sia persa nelle altre squadre, che ormai vivono solo di tecnopolemiche e tifo fazioso anti e i mandanti sono peggio degli esecutori. Tutt’altro almeno ed invece si vive a San Siro, magari meno sui social e su internet. Il divertimento, l’emozione, lo spazio aperto e libero che si vive, senza rancore.

Allora, allacciamo le cinture di sicurezza, la navicella spaziale guidata da Zigo-Zago Inzaghi dietro la sapiente regia di president Marotta si appresta all’ultimo atteraggio, chi vivrà vedrà, l’importante è vivere e viverla.

Amala, c’è solo l’Inter, siamo l’Inter. Support the black&bluetiful.