Anche stasera il Meazza era bellissimo

La tifocronaca di Inter-Lazio a san siro

Anche ieri sera eravamo in settantamila. Non c’è che dire, questa Inter smuove il popolo nerazzurro e i suoi cuori. Tutta la stagione, tutte le partite sold out. Che sia con l’ultima in classifica, un match di champions o una partita di cartello, il pienone è assicurato e lo stadio è ricolmo d’affetto. Ma non sono sempre gli stessi e questo è il bello, credetemi. 40mila abbonati certo, poi altri 30mila si alternano ogni volta. Una ottima scelta del club aver messo un tetto al numero dei tesserati per non creare un circolo chiuso. Infatti c’è di tutto, giovani, anziani, uomini, donne, bambini tanti anche alla sera, autoctoni, turisti, interisti da tutte le parti d’Italia.

Anche oggi mi accompagna la Ronalda del calcio femminile milanese, sempre piena di entusiasmo e ormai sempre più interista. Prendiamo questa volta posto al secondo anello blu, al confine con l’arancio, ultima fila. La vetrata che divide i due settori ci occlude la vista, spiace dirlo, ma in tanti posti al vecchio Meazza non si vede bene, tra transenne, vetrate, balaustre. E’ un falso mito che ho imparato girando negli anni tutti i settori che a san siro si vede bene ovunque. Certo, sempre meglio di tutti gli altri stadi italiani, ma non al livello del resto del mondo e non più al passo coi tempi. Riflettiamoci.

La curva nord espone un bellissimo striscione, “Fc Internazionale non ti lasceremo mai”. La Banda Bagay in curva sud invece sfoggia una bandiera svizzera in onore di Sommer, mentre si vede anche un simpatico stendardo al primo verde per il nostro bisteccone Bisseck, con tanto di bandiera tedesca. Sempre la Nord fa gli auguri a Moratti per il suo compleanno. Non ci sono invece tifosi laziali, settore ospiti totalmente deserto, vietata la trasferta, evidentemente, non si capisce perchè.

Dal vivo e da questa altezza impressiona la compattezza della squadra di Baroni, che gioca veramente in quindici metri, ma anche l’Inter è sempre veramente corta. La partita vive momenti di compassatezza e momenti di forti tensioni ed elettricità. Il tifo della curva si sente sempre e per tutta la partita anche se siamo dall’altra parte dello stadio, ma nei momenti clou tutta l’arena riversa la voce e il cuore verso i propri colori, ci sono momenti che San Siro fa veramente paura, le emozioni sono assicurate. Un oceano. Che belli anche gli smartphone che illuminano lo stadio, ma vuoi mettere la bellezza dei fumogeni che non si vedono più?

Vicino a noi c’è una simpatica famiglia di ciociari che però sembra non amare particolarmente la Lazio, interistissimi ed è tutto un li mortacci vostra verso i biancocelesti, papà, mamma, figlio e nonno con la felpa degli ultras. Il pubblico in generale è fin troppo civile, all’arbitro viene riservato solo uno “scemo scemo” e qualche fischio, lontani i tempi di quando si tiravano in ballo mogli e madri dei fischietti. Non c’è più religione. Ma va bene così.

Alla fine il risultato è deludente, ma il pubblico esce composto ed ancora fiducioso. Ah, ad inizio partita è partito il coro “ce ne andiamo a Monaco”, mentre “co-come mai tu la champions non la vinci mai” è sempre una hit da top five.

Per questa stagione è tutto, ci siamo divertiti, è stata l’ultima a Milano, ma tanto torniamo.

Se vedum.