Sacchi, il problema è di tutti

sacchi 2Zanetti e Moratti hanno risposto con grande stile all’attacco di Arrigo Sacchi che aveva definito una vergogna il triplete dell’Inter perchè fatto senza italiani. Ovviamente l’Inter non ha niente di cui vergognarsi, le vergogne sono altre e Sacchi ha poi corretto il tiro spiegando alla gazzetta che, “non ho mai detto che è stata una vergogna come squadra. Ho rispetto per quel gruppo e quei giocatori. Io intendevo solo dire che quella vittoria ha dato poco o niente al nostro calcio, perché l’11 dell’Inter a Madrid era senza italiani. Perciò per il nostro movimento quel successo fu una vergogna”. Il problema, semmai, non è dell’Inter, ma di tutto il movimento calcistico italiano che non valorizza gli italiani. Un concetto che merita di essere approfondito, senza perdersi in campanilismi da una parte e dall’altra, accusando questa o quella squadra, perchè, se andiamo a vedere, anche nella Juve che Sacchi elogia tanto, gli italiani sono una minoranza. E’ chiaro poi che in una squadra come l’Inter bisogna prima di tutto essere da Inter e come ha spiegato Ivan Cordoba a Fcinternews, “l’Inter non ha mai avuto una barriera per i calciatori italiani. Ha dato possibilità ai più forti di far parte della propria storia, di un’Inter vincente, che sicuramente ha reso orgogliose molte persone in Italia, ma penso che parlare troppo sull’aspetto degli stranieri non serve a niente. In quel momento noi volevamo vincere per l’Inter e per l’Italia soprattutto. Il calcio italiano in quel momento era in difficoltà e per noi stranieri andare lì e fare la storia del calcio italiano, è stata una cosa fantastica. Ma basta così, io nutro grandissimo rispetto per Sacchi e non c’è bisogno di continuare la polemica”. Sempre di polemiche inutili parliamo anche quando si sente dare del razzista a Sacchi, il razzismo non c’entra nulla, ma qua entriamo nel campo delle polemiche ideologiche e politicizzate pervase da un bigottismo politicamente corretto che ai tempi nostri fa della battaglia al razzismo – nobile e giusta battaglia nel secolo scorso – solo uno strumento per tappare la bocca e mettere alla gogna opinioni differenti e non conformiste. Ma il problema reale rimane, il calcio italiano è in crisi, gli stranieri che vengono qui non sono più campioni, ma spesso e volentieri scarsi e vengono ingaggiati solo per tornaconto economico. E questo è un problema. C’è poi il discorso dell’internazionalità dell’Inter: forse bisogna uscire da un equivoco, la parola internazionale non significa solo stranieri, ma fra le nazioni. Il termine internazionale non abolisce la nazionalità, tanto meno quella di provenienza. L’Inter fu fondata perchè al Milan facevano giocare solo gli italiani, ma ciò non si tradusse nel suo estremo opposto – solo stranieri – ne’ questa è mai stata l’intenzione dei Moratti o dei Thohir e sono convinto che nei prossimi anni torneremo a vedere un maggior numero di italiani in rosa in una squadra fatta per essere di gran talento, nata in una notte stellata milanese di più di cent’anni fa.

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